venerdì 9 agosto 2013

L'isola che non si vede...

"Vista da qui,
 con la lente della cultura
 la Sardegna appare autenticamente straordinaria,
 così per lo meno pare a me...
 per andare in Costa Smeralda c'è sempre tempo." 
Marcello Fois

Vi ho già raccontato di come il mio rapporto con la Sardegna sia passato innanzitutto attraverso la buona tavola. Ed è stato un bene perché poi quando approdai la prima volta sull'isola, diciamo che la presi  letteralmente dal verso sbagliato. Eravamo in pieno agosto, sulla costa nord-orientale e, pur cercando di evitare accuratamente la calca della Costa Smeralda, ci ritrovammo in un luogo di sole spiagge, bellissime certo, ma talmente affollate che pareva di essere a Rimini! 

Mi consolavo con il buon cibo, ché quello non manca in nessuna parte dell'isola, e alla ricerca di intinerari meno convenzionali mi rifugiavo in una libreria di Olbia per consultare guide e carte turistiche.

 La mia fortuna fu imbattermi nel libro di un'allora ancora poco nota scrittrice sarda. Gli undici percorsi nell'isola che non si vede descritti da Michela Murgia nel suo Viaggio in Sardegna hanno salvato una vacanza iniziata con il piede sbagliato. Non che abbia poi seguito subito tutti gli undici percorsi ma devo ammettere che il libro mi ha regalato una nuova prospettiva sull'isola, fuori dagli schemi convenzionali del turismo estivo.





Inoltre la Murgia scrive benissimo e non è certo un caso che poco più di un anno dopo la pubblicazione di questo libro, a metà tra una guida turistica e un lungo racconto poetico sulla sua terra, abbia vinto il premio Campiello per il suo primo vero romanzo, Accabadora

L'accabadora, figura femminile della tradizione sarda già citata dalla Murgia, se non sbaglio, nel capitolo sulla femminilità di Viaggio in Sardegna, era una donna che, chiamata dalla famiglia di un malato terminale, aveva il compito di porre fine alle sue sofferenze.


Anche quest'opera della Murgia non mi ha delusa. Anzi mi ha fatto venir voglia l'anno seguente di andar a cercarmi anche il suo primissimo libro, Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria, nato dal blog in cui l'autrice raccontava con feroce ironia la sua esperienza in un call center e che ha ispirato il film di  Paolo Virzì del 2008, Tutta la vita davanti:





La mia passione per questa scrittrice è dunque cresciuta negli anni confermandosi ad ogni nuova lettura, anche se di fronte al suo Ave Mary sono stata per un po'reticente.  Perché avrebbe dovuto interessarmi un saggio in cui si indaga l'influenza della figura cattolica di Maria sulla società e in particolare sulla donna, a me che non sono neanche credente?


Il suo racconto lungo, L'incontro, alla cui vicenda dei ragazzini protagonisti fa da sfondo la processione pasquale che in Sardegna culmina appunto nell'incontro tra la Madonna e il Cristo risorto, mi era piaciuto, certo, ma era pur sempre un racconto e dunque finzione.



Come potevo leggere un saggio senza considerare importante per me la figura cardine attorno al quale ruotava?  La risposta l'ho trovata nelle prime pagine del libro, quelle in cui l'autrice parla maggiormente di sè e delle sue convinzioni, quasi come una premessa per instaurare un rapporto di fiducia con il lettore, qualsiasi lettore, anche quelli reticenti e un po' miscredenti come me:



"Sono sempre stata convinta che l’educazione cattolica abbia ancora un ruolo fondamentale nel fornire chiavi di lettura al nostro mondo, e anche quando crescendo molti abbandonano le convinzioni di fede o quando non le hanno mai avute, quell’imprinting culturale non viene meno, anzi continua a condizionare il nostro stare insieme da uomini e donne con tanta piú efficacia quanto meno viene compreso e criticato. In Italia le persone che ricevono questo tipo di educazione continuano a essere la schiacciante maggioranza, e quelli che non la ricevono comunque la assorbono. Quindi nessuno può considerarne irrilevanti gli effetti o evitare di fare i conti con le sue conseguenze sulla vita di tutti e di tutte."



Neanche a dirlo alla fine ho adorato anche quest'opera della Murgia. Pur non essendo propriamente una lettura da spiaggia, l'ho divorato in riva al mare, approfittando dei sonnellini della Fragola e del papà dalla pelle chiara che nelle ore più calde si rintanava in casa con lei, mentre io leggevo e leggevo... e poi commentavo con lui. Sì, perché il libro è una fonte inesauribile di spunti di discussione ed interrogativi; uno di quei libri che ti lascia più domande che risposte e che ha la capacità di aprirti ad uno sguardo nuovo su alcune cose che ti circondano.


Nell'euforia di questa illuminante lettura saggistica e per restare in tema di condizione femminile senza nemmeno cambiare autrice, mi sono letta anche «L'ho uccisa perché l'amavo». Falso!, interessante saggio sul femminicidio scritto a quattro mani dalla Murgia e dalla Lipperini. Due scrittrici che apprezzo particolarmente e che anche questa volta sono riuscite ad arricchirmi aprendomi mente e occhi, grazie alla loro lucida ed approfondita analisi sulle cause sociologiche dei purtroppo sempre più frequenti fatti di cronaca nera.

Termino questo lungo post con un ultimo video, il monologo di una famosa attrice comica delle mie parti, Luciana Litizzetto, che durante la conduzione dello scorso Festival di Sanremo ha affrontato, senza peli sulla lingua e con la sua solita schiettezza, proprio il tema del femminicidio. 

Lascio che siano le sue parole a farci riflettere e a ricordarci di non perpetuare quello stereotipo maschilista che ci vorrebbe belle e silenti [per citare ancora una volta la Murgia]:




 Questo post partecipa al "Venerdì del libro", un'iniziativa di Homemademamma
e alla sfida "Io leggo italiano" lanciata dalla Fede librovora .

1 commento:

  1. Ho conosciuto Michela Murgia leggendo Accabadora e mi ha subito conquistata. Ave Mary lo stavo leggendo in gravidanza, ma l'ho interrotto, e mai più ripreso, quando ho partorito, mi riprometto sempre di terminarlo. Ho apprezzato molto il libro sul femminicidio e in generale il costante interessamento della scrittrice per questa tematica.
    Il libro sulla Sardegna non l'ho letto, ma mi piacerebbe molto farlo prima del nostro prossimo soggiorno sull'isola, che ormai sarà l'anno prossimo!
    Grazie per questo bel post su una delle mie autrici preferite.
    Ciao,
    Serena

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